Aa. Vv.
Incroci n. 9
Incroci n. 9
n. 9 (gennaio-giugno 2004)
ISBN 9788880825654
L’idea forte che percorre numerose pagine del nono fascicolo di «incroci» è questa: il lavoro intellettuale, nelle due direzioni della creatività e della critica, richiede la pazienza e la costanza di una vita intera, spesa nella prospettiva di poter raccogliere i frutti di un impegno non sempre accompagnato da risposte immediatamente ripaganti. E proprio mentre pensavamo alla fatica della scrittura e dell’animazione culturale, resa spesso particolarmente ardua dal contesto storico-geografico di appartenenza (quale potrebbe essere, per certi aspetti, il nostro) quando sia distante dai gangli politico-editoriali nazionali, ci è occorso di metaforizzare questa riflessione in una figura vegetale a noi particolarmente cara, in quanto compagna assidua delle nostre residenze e delle nostre peregrinazioni nelle terre del Sud: l’ulivo, il patriarca della macchia e della civiltà mediterranea, il testimone pacifico dei mille e mille incroci linguistici, etnici, religiosi e artistici accaduti sulle coste di tutti e tre i continenti bagnati dal mare «nostro». L’ulivo, col suo aspetto così sorprendentemente antropomorfico, così straordinariamente scolpito e modellato da sembrare uscito dalle mani del più grande degli artisti (ma forse è davvero così…), accoglie in sé il mistero di un’operosità tenace e perenne che dà i migliori frutti nei suoi anni maturi, quando è più bello, quando, levandosi florido e verde argenteo da una terra a volte ‘impossibile’, desta la nostra ammirazione e il nostro rispetto.