Aa. Vv.
Incroci n. 1
Incroci n. 1
n. 1 (gennaio-giugno 2000)
Un’altra rivista o una rivista altra? E chi può dirlo? Certo è che, esaurito il tempo delle narrazioni, più o meno grandi, consumano il tempo delle aspettative, più o meno probabili, passato il tempo delle destrutturazioni, più o meno rituali, è sempre tempo di costruire relazioni, più o meno «creative», tra ieri e domani, qui e lì, dentro e fuori, sfruttando la vocazione dell’incrocio che il luogo dove stiamo e dove scriviamo ci ha consegnato.
All’incrocio dei decenni, dei secoli e dei millenni, all’incrocio delle culture e delle civiltà, che vanno e che vengono con sospetta frettolosità, resta il vivo desiderio di non lasciarsi azzerare dalla crisi, ma di partecipare alla registrazione, interpretazione, condivisione dei suoi portati, di recuperare solide coordinate di navigazione dentro il tempo e dentro lo spazio di un Occidente ammalato, se non di disvalore, di stanca superficialità, eppure costretto a doversi misurare, giocoforza, con la «novità» dei mondi che smobilitano e mobilitano, chiedendo di rivedere la carta dei diritti planetari