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Gino Savino – Pino Fumai

"Noi siamo le colonne". Bari dal dopoguerra al boom

"Noi siamo le colonne". Bari dal dopoguerra al boom

Prezzo di listino €26,00
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Presentazione di Michele Mirabella.

Corredato da CD musicale di Bruno Giannini.

 

Come in un poema epico o nelle genealogie ampollose dei libri mastri del sapere storico questo affresco burlesque che Gino Savino/Clericus e Pino Fumai/Mericano offrono alle stampe è ricco di nomi.

Nomi di protagonisti, di agonisti, di antagonisti, di astanti, di passanti, di narratori e modi picareschi di quella festa irripetibile che fu la goliardia degli anni passati così in fretta. È una sequela di “papiri” restaurati e riordinati per il piacere degli scrittori prima di tutto, e per la delizia del lettore malizioso in secondo giro di ballo.

Il lettore maliziosissimo correrà a comprare il bel tomo per concedersi il piacere di andare a scrutinarlo per trovarsi, per trovare nel catalogo il proprio nome tra gli altri. Bella fatica, bella e istruttiva perché i nomi sono tanti, proprio tanti, nomi colorati e sugosi come maschere, nomi che non sono nomignoli, ma lo sembrano con quei suoni così caratteristici e domestici.

Del resto i nomignoli non mancano e, infatti, a conclusione dei racconti del libro mastro delle memorie, memorie garrule e disincantate, si arriva a contemplare il laicissimo mistero onomastico dell’elenco dei soprannomi. Si va da Babbazz di Colin Romito al Capocch dell’indimenticabile Vincenzo De Giosa passando da un ineffabile Lpommn attribuito a tal Lulù Palmisano ad un richiamo d’autan coloniale del Dubat di Gaetano Sarno. Chi, come me, appartiene ad una generazione derubata della Festa della Matricola, invidierà quella gioia vigorosa e ribalda che i Priori e i Gran Priori ci riferiscono.

E i racconti? Goditeli, lettore curioso, e parti con questa comitiva di ribaldi e scavezzacolli per una rimpatriata colorata e rumorosa nella Bari del faticoso secondo dopoguerra. Incontrerai tanti compagni di viaggio e molti scopriranno che somigliano alla tua gioventù.

Spzzcat”, come si dice a Bari. E non traduco.

Sulla soglia di quest’arruffato roman de geste ti accoglie un nome, un nome che suona carissimo a chi ha conosciuto l’indimenticabile ragazzo che lo portava: Ciccio Muciaccia.

(dalla presentazione di Michele Mirabella)

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