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Gioia Bertelli - Giorgia Lepore

Masseria Seppannibale Grande in agro di Fasano (BR)

Masseria Seppannibale Grande in agro di Fasano (BR)

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Indagini in un sito rurale (aa. 2003-2006)

a cura di Gioia Bertelli e Giorgia Lepore

ISBN: 9788880829317


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Contributi di Sara Airò, Giuliana Albanese, Angelofabio Attolico, Gioia Bertelli, Alessandro Buccolieri, Giovanni Buccolieri, Lucio Calcagnile, Angela Calia, Antonia Caringella, Antonella Centomani, Enza Cigliola, Giampiero Colaianni, Marisa D’Elia, Astrid D’Eredità, Giuseppe De Spirito, Gaetano Dicoladonato, Nicola Donadio, Giuseppe Donvito, Patrizia Emanuel, Emanuela Filippo, Franco Guglielmelli, Antonietta Latorre, Giorgia Lepore, Massimo Limoncelli, Ruggero G. Lombardi, Marta Magyar, Daniela Manno, Davide Melica, Roberta Mussardo, Fabiana Piacente, Daniela Pinto, Gianluca Quarta, Giovanni Quarta, Michela Rizzi, Roberto Rotondo, Vincenza Scagliarini, Antonio Serra, Gabriele Soranna, Fabrizio Vona.

 

L’assoluto isolamento in cui si trova il Tempietto di Seppannibale, ubicato in maniera quasi defilata in una vasta area completamente priva di coltivazione e ravvivata solo da alcuni alberi di melograno, agrumi e cespugli disposti lungo la recinzione muraria che la delimita, ha sempre destato nel visitatore una certa curiosità e qualche interrogativo sull’origine del piccolo edificio e sul perché questo risulti immerso in uno spazio libero da altre strutture, senza nessun apparente legame, oggi, con il territorio che si intravede, oltre il muro di cinta, caratterizzato dalla presenza di alberi di olivo anche molto antichi.

Per cercare quindi di chiarire i tempi e i modi di occupazione dell’area, se cioè la costruzione del Tempietto – famoso soprattutto per il suo ciclo affrescato premillenario – poteva essere messa in relazione con un abitato già esistente, e quindi l’intervento costruttivo potesse rispecchiare il momento di maggior espansione del sito, oppure se l’edificio avesse svolto solo in un secondo momento, dopo la costruzione, ruolo di aggregazione nei confronti di piccoli nuclei demici sparsi sul territorio circostante, si è ritenuto opportuno condurre alcune campagne di indagini archeologiche, sviluppatesi nel corso di quattro anni (2003-2006), i cui risultati hanno dato risposte inaspettate rispetto ai quesiti iniziali, a volte anche sorprendenti, ma che hanno permesso di meglio definire le origini del sito e il suo sviluppo nel tempo.

È stato così possibile ricostruire i diversi momenti di vita del sito, dalle sue frequentazioni più antiche di età repubblicana a quelle di piena età altomedievale, quando la sua storia sembra terminare a causa di un lento abbandono dell’abitato, fissato entro la metà del VII secolo; poi l’area, dopo più di un secolo di abbandono, sul finire dell’VIII, viene riqualificata dalla costruzione della piccola chiesa, che sfrutta parzialmente strutture superstiti e che probabilmente ha assunto un ruolo di aggregazione nei confronti di piccoli abitati e case sparse presenti sul territorio.

 

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